Colico-Morbegno
Dalla stazione di Colico, sfruttando un sottopassaggio, si raggiunge il lungolago sulla via Montecchio Nord che si percorre fino alla zona di sosta dei camper sul cui fondo si imbocca uno stretto breve sentiero che porta in riva al lago.
Da qui si segue, su sterrato per circa 4,5 km, la costiera a ridosso della collina che ospita il Forte di Montecchio, fortificazione della 1a guerra mondiale rimasto pressoché intatto. Poi si prosegue a fianco della collina con i resti del Forte di Fuentes, costruito all'inizio del 1600 dagli spagnoli a protezione del Ducato di Milano fino al sottopasso che permette di oltrepassare la strada statale 36.
Dal sottopassaggio inizia il Sentiero Valtellina, il percorso diventa asfaltato e con belle vedute panoramiche prosegue verso oriente. Si pedala in parte seguendo la sponda del fiume e in parte allontanadosi da essa traversando zone coltivate e si giunge (dopo 12 chilometri dal sottopasso) al campo sportivo di Cosio Valtellino. Da qui si continua oltrepassando le due nuove passerelle cicolpedonali appena realizzate (fine 2015) per portarsi sull'altra sponda dell'Adda e proseguire a fianco della provinciale per circa un chilometro fino al Ponte di Ganda.
Attraversato il ponte si riprende un tratto di ciclabile fino al ponte di Paniga (frazione di Morbegno). Attualmente non è più possibile proseguire sulla ciclabile in quanto il tratto sterrato Desco - Pilasco non è transitabile perché occupato dai lavori per la costruzione della "tangenziale" di Morbegno.
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Morbegno-Sondrio
Purtroppo per il tratto di circa 2,5 chilometri Morbegno/Paniga - Ardenno/Pilasco attualmente (2016) non esiste un'alternativa "pedalabile" alla supertrafficata strada statale 38 dello Stelvio. Si può ridurre di un chilometro questo tratto addentrandosi nel paese di Talamona, ma niente più.
Bisogna prestare molta attenzione in quanto la statale è estremamente trafficata con passaggio continuo di tir e pullman.
Per immettersi di nuovo sulla ciclabile occorre prendere la deviazione a sinistra all'altezza di un chiosco/bar (Il chiosco del ponte) poco dopo aver oltrepassato l'imbocco della strada provinciale 16 Orobica (e per Tartano).
Dal chiosco, un po' su ciclabile, un po' su strade secondarie parallele alla ss 38, si giunge a Selvetta di Forcola dove occorre svoltare a destra, attraversare il ponte sull'Adda e reimboccare il Sentiero Valtellina. Si procede per circa 4,5 km fino ad un ponte ad arco (sulla Pedemontana Orobica) gettato sul torrente Madrasco. Superato il ponte si torna a sinistra sul Sentiero Valtellina e si percorre una zona di vasti campi e si oltrepassa una passerella ciclopedonale di recente costruzione che consente di attraversare un affluente dell'Adda.
Poco dopo si raggiunge l'area dell'Avio superficie valtellinese, piccolo aeroporto usato da molti appassionati del volo a vela. Si costeggia la superficie ben tenuta del Valtellina Golf Club, si supera un recinto di un allevamento di struzzi e il suo agriturismo e si continua in un alternarsi di prati e piccole zone di selva.
Passati sotto il ponte della strada che unisce la ss 38 con il paese di Caiolo si giunge all'altezza della rupe sul versante retico sulla quale sorge ben visibile l'antico Santuario della Madonna della Sassella. Inizia un settore molto affollato da famiglie, podisti, ciclisti, è consigliabile pertanto limitare la velocità.
Si continua fino alla bella passerella che consente l'attraversamento dell'Adda e si raggiunge, dopo qualche centinaia di metri, l'arrivo in via Ezio Vanoni.
Per arrivare alla stazione ferroviaria, proseguire su via Vanoni fino alla rotonda, girare a destra per via Tonale, pedalare per circa 500 metri e, all'altezza dell'autostazione dei pullman, girare a sinistra. Il piazzale della stazione si raggiunge con un sottopasso.
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Sondrio-Tirano
Se si parte dalla stazione ferroviaria di Sondrio, sfruttando il sottopassaggio, si traversa la ferrovia sbucando nel parcheggio auto per immettersi su via Tonale che si percorre (a est) fino ad una rotonda e poi a destra (via Samaden) proseguendo dritti per imboccare un passaggio sotto la tangenziale cittadina. Si continua sulla strada asfaltata lasciando sulla sinistra un'immissione sulla tangenziale finché, superato un ponte sul canale ENEL, si imbocca a destra il tracciato del Sentiero Valtellina.
Poco prima dell'eliporto della ditta Elitellina si devia a destra con una curva a gomito portandosi in riva all'Adda. Si segue la sponda e si arriva ben presto a sottopassare il ponte stradale che porta a Faedo e Piateda e poi si traversa una vasta zona prativa arrivando ad un altro grande ponte.
Sulla destra si trova un'area di sosta e picnic che è anche punto di partenza e di approdo per il rafting e la canoa. Si attraversa il fiume e subito dopo si imbocca sulla sinistra il proseguimento del Sentiero Valtellina. Si è ora a Piateda sulla sinistra idrografica dell'Adda. Alla sua periferia termina il settore di ciclabile e inizia un tratto lungo strade interne di paese. Con un paio di salitine si entra nell'acciottolato e porfido delle strette vie dei paesini di Boffetto e poi Carolo per poi proseguire di nuovo su ottima strada fino al ponte delle Casacce (che non si attraversa). Si imbocca quindi la ciclabile verso sinistra e, passate alcune cascine, si giunge all'attraversamento del torrente Armisa con un breve avvallamento pavimentato di grandi blocchi di pietra.
Si riprende traversando altri piccoli nuclei rurali e si giunge al Ponte del Baghetto. Dopo aver percorso pochi metri della strada che sale verso Castello dell'Acqua si riprende (a sinistra) la pista ciclabile che s'immerge nel bosco che conduce, costeggiando il fiume e dopo una discesa e una breve ripida salita alla contrada Case del Piano per poi dirigersi a San Giacomo. Subito prima del ponte sull'Adda si svolta a destra e poco dopo si imbocca, a sinistra, l'evidente passerella ciclo pedonale con cui il Sentiero Valtellina traversa il fiume.
Inizia ora un piacevole percorso sinuoso, pianeggiante, che attraverso prati e brevi tratti di selva conduce al paese di Tresenda (paese con strazione ferroviaria).
A Tresenda, si attraversata la strada statale 39 che porta al Passo di Aprica si entra in un piazzale dove occorre evitare di imboccare la deviazione a destra che immette su un ponte ciclo pedonale ad arco. Si prosegue in un ambiente rilassante dove la pista procede sinuosa, immersa in tutte le possibili tonalità del verde, e a volte, si immette su strade di servizio ad uso agricolo. Infine si giunge a intercettare la strada che dalla SS38 sale a Stazzona e al Passo di Aprica.
Si svolta a sinistra e, subito dopo aver attraversato l'ennesimo ponte sull'Adda, si imbocca, a destra, la strada che costeggia la destra idrografica del fiume fino alla periferia di Tirano. Traversato il torrente Poschiavino si prosegue diritti fino alla stazione ferroviaria.
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Tirano-Grosio
Dal retro della stazione di Tirano si pedala fino alla rotonda per poi svoltare a sinistra poco dopo ancora a sinistra/destra/destra per evitare un breve tratto di strada in contromano e ci si immette sul Lungoadda Ortigara, un stradina secondaria a basso traffico che costeggia il fiume tenendolo a destra.
All'altezza di Sernio (dopo circa 4 km), il fiume Adda diventa un laghetto per via di uno sbarramento della A2A. Poco prima dello sbarramento, in cima a una breve salita, occorre evitare la strada sterrata sulla sinistra e continuare dritto nella proprietà A2A.
Si prosegue per lungo falso piano in mezzo ai prati che consente di ammirare sulla destra a metà costa il Castello di Bellaguardia e la Torre di Pedenale (antiche fortificazioni a guardia del Mortirolo) e, attraverso boscaglia e meleti, si oltrepassa Mazzo di Valtellina.
Continuando si raggiunge Grosotto e il Parco dei Prati di Punta dove c'è un grazioso laghetto artificiale e un parco giochi. Un paio di chilometri dopo si arriva a Grosio.
NB: il tratto non è inserito nel tracciato gpx.
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Grosio-Bormio
Da Grosio si procede verso Sondalo e l'Alta Valle percorrendo la vecchia Statale dello Stelvio generalmente poco trafficata. A Le Prese, sempre percorrendo la vecchia statale, si imbocca un ponte sull'Adda e si procede costeggiando il fiume fino a giungere a Morignone dove sorgeva la località di Sant'Antonio Morignone completamente distrutta dalla frana del 1987.
Poco prima di Cepina si imbocca la ciclabile che in brevissimo tempo conduce alle porte di Bormio.
NB: il tratto non è inserito nel tracciato gpx.
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